Questa è una delle domande che da un po’ di tempo risuona nella mia mente, soprattutto ogni volta che frequento i così detti “salotti buoni” dove si è soliti parlare del futuro delle Farmacie Italiane e delle prospettive operative per i farmacisti targati 2.0.
Mi piace anche leggere molto e in particolar modo tutte le riviste di settore, periodici online e non, che dal 2010 hanno sviluppato una porzione del proprio marketing proprio sui social network, sistemi dei quali la “farmacia moderna” dovrebbe giovare e giovarsi.
E in tutti questi racconti, in tutte queste belle prose e fantomatiche esortazioni all’azione e all’operato dei migliori e dei più talentuosi, riecheggiano come un rumore sordo di fondo due note dolenti e alquanto preoccupanti.
Sembra quasi che la novità non appartenga a questo mondo, o per lo meno il retaggio del passato sia un qualcosa da cui difficilmente si riesce a separarsi. Sembra quasi che c’è qualcuno che spera ancora, chiudendo gli occhi per un secondo, che le cose possano ritornare agli anni ’90 senza ammettere e sbattere il naso verso una realtà che ormai ha consacrato in maniera irreversibile la chiusura di un’epoca.
Tuttavia in questa visione, non sono i farmacisti a farmi paura né tanto meno a deludere le mie aspettative, perché di base possiamo dire che loro in qualche modo sarebbero anche da giustificare, dato il pregresso, ma quello che più di tutti mi stupisce è l’offerta, quello che il mercato offre a questi farmacisti. Una lettura che se da una parte vede il farmacista ancorato al passato, chi dovrebbe supportarlo nella sua evoluzione piuttosto che fotografare il futuro, ritorna anch’esso al passato.
Di cosa parlo?
Parlo di analisi, parlo di valutazioni basilari per la programmazione di qualsiasi processo gestionale e operativo in farmacia.
Mi piace leggere e osservare, che tante farmacie hanno venduto i loro dati ( dati preziosi, ma al contempo assolutamente personali) a sistemi generalisti su scala nazionale che ne hanno dato loro una lettura in rapporto alla scala nazionale!! Vediamo i dati di settore, analizziamo i best seller, vediamo come la tua farmacia si è mossa in un comparto rispetto alla media nazionale….
MA DI COSA STIAMO PARLANDO??
SONO UTILI QUESTI DATI??
Queste valutazioni mi fanno rabbrividire, in primo luogo come consulente di processo e in secondo luogo come appassionata di marketing e comunicazione. Se da una parte guardare il passato non ci proietta nel futuro programmatico, peggio è guardare il passato avendo come metro di paragone ciò che in realtà non è paragonabile!
Il sistema farmacia italiano è un sistema non standardizzabile, lo è grazie alle peculiarità di ciascun titolare che ha impostato la propria realtà secondo logiche personali e operative , riflettendo le esigenze della propria clientela. Sappiamo quanto i clienti di una farmacia possano essere diametralmente opposti ai clienti della farmacia concorrente di quartiere e dunque, se già in questa prima fase le diversità si amplificano, è assurdo per non dire impossibile comparare due dati, quello della mia farmacia, con quello su scala media nazionale che ha come unico valore di riferimento il fatturato complessivo!!
Stessa cosa dicasi per le valutazioni dei prezzi medi, cosa contribuisce alla creazione di un prezzo ?
Esistono componenti fisse e variabili che sicuramente varieranno da farmacia a farmacia allo stesso modo della variazione cliente e dunque, ha senso compararle, ma soprattutto ammesso e concesso che vogliamo compararle ha senso farlo a posteriori??
Quando analizziamo il passato, possiamo solo prendere atto di quanto accaduto e deliziarci se i nostri risultati sono positivi in termini di confronto o rattristarci in caso contrario, ma come possiamo programmare il futuro sulla base storica di una media nazionale per nulla rappresentativa?
Quando si parla di statistica si parla sempre di campione OMOGENEO, un bel termine che credo non possa essere di base ricollegato solo alla variabile fatturato per essere definito tale!
Non è tutto utile quello che all’apparenza sembra facile da ottenere e immediato nella lettura, neppure se questo è ben ricamato e presentato in pompa magna!
Non mi sembra che le aziende di qualsiasi ambito prendano le proprie decisioni interne ( parlo di programmazione di bilanci e politiche di prezzo) sulla scorta dei dati medi di settore e delle valutazioni fatte su uno storico non personale ma sommatoria di tutti gli attori di una filiera!
E tu farmacista titolare …sei spettatore o protagonista del tuo futuro economico?